Sei grassa e lo sai. Sei grassa e ti
pentirai di ogni tua azione. Domani sarà anche peggio. Domani la
sveglia suonerà tra cori di biascicati piagnistei come omaggio
all’essere grassa e scoprire che ogni cosa è fonte di disagio.
Fa fatica alzarsi. Fa fatica mangiare.
Respirare è un tormento e non è mai possibile rilassarsi. No. Tu
fai tutto anche quando non fai niente. Altrimenti i tuoi lamenti
sarebbero l’inutile starnazzare di un bue fuori dal recinto, troppo
grassa per morire esposta al tempo imperverso.
E poi non può mancare la classica
menzione delle realtà quotidiane di cui fare geloso copione per il
resto della giornata, consumata come un cenone che ogni giorno ti
ingrassa la pancia: Sono brutta. Sono grassa. Ed è vero: la tua
solitudine ne è una stragrande evidenza. Larga e pesante quanto il
quintale di obesità ormai sclerata tra le vene abituate a portare
linfa al cervello.

Non vuoi dimagrire
davvero, altrimenti non saresti grassa. Io sono brutta e sono
grassa, ma convivo con la mia esistenza e di tutti i dettagli non
faccio man bassa. Smetterai mai di declinare la responsabilità della
tua salute sugli altri? Sei grassa e ci resterai. Non ti abituerai, e
per questo sei grassa. Persino questo articolo è troppo snello, ma
bisogna considerare che chiunque inizia la giornata o viene balenata
dal pensiero “sono grassa ” è praticamente indirizzata verso un
fallimento la cui germinazione è iniziata nello stesso momento in
cui si è rivelata la finzione di un interesse che non vedrà mai la
luce della realizzazione.
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