Il calcio è uno sport. Ma il tifo è
per i malati. Il calcio è per correre e giocare. Tifare è per
decerebrati che devono celebrare una idiozia brutale. Chi gioca a calcio la fa per passione
o perché è pagato. Chi va a tifare lo fa perché è sfigato. Come
gli italiani che da bravi tontoloni vengono iniziati con rito pagano
a guardare sullo schermo il parapiglia animale dopo che il primo
fischio ha risuonato.
Il novantanove per cento sono idioti
lambiccati nel cervello. Ogni attimo è speso ad aspettare il
prossimo anelito di grugnito, mascherato da esultanza o lamentela
formale. Perché per loro ci può stare che un essere umano si
degradi al punto da non riuscire a differenziare tra un fallo di una
regola e l’occasione per stare zitti. Cumuli di ossa nutriti per
errore, quando invece dovevano trovare esito negativo al primo errore
del concepimento genitoriale.
Odio il calcio davvero
Solo i cretini possono passare ore a
memorizzare stupidaggini senza valore. Mentre i professionisti
guadagnano milioni imboccando i rintoccati che restano affascinati
dalla loro mancanza di atletica nei momenti della fatica fatidica.
Non riescono a capirlo neanche dopo gli scandali. Sono sub-umani
senza pari che guardano persone picchiarsi con sandali chiodati.
Lo sport in sé non
mi fa alcun effetto, io odio il calcio per quello che lo sport
rappresenta. Perché non puoi chiamare altrimenti questo sistema
malato. Il gioco è gioco ed il calcio di oggi è tutto tranne quello
immaginato dagli ideatori. Come un tempo, quando permettevano ai
brutti giocatori di partecipare. Oggi non ci arrivano.
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rito di accoppiamento degli esemplari femminili marciti |
Non solo per questo odio il calcio ma
anche per certe scene che ho sempre visto recitare. Attori da
rinchiudere gridare frasi oscene agli escrementi fatti nascere e poi
istigati a frequentare le scuole di calcio. Sin dall’infanzia, i
miei amici mi riempivano le orecchie con ore di pianto. Piagnucolosi
ridicoli anfratti dei geni di genitori dalla mentalità ritratta in
orribili spasmi sfigurati dal dolore della propria esistenza. Insulsi
errori che diventeranno sicuramente più gravi dei propri allevatori.
Bestie destinate a rimanere all’oscuro del dono della ragione.
Il gioco è sacrosanto. Io odio il
calcio perché questa nazione l’ha innalzato a religione. E come
tutte le cause di rigetto, anche questa patologia deve trovare il suo
diretto contatto con l’aldilà al più presto. Cosa che non avverrà
mai per quanto io odio il calcio. Il gene malato viene protratto
perché quei ratti continuano a riprodursi indisturbati, scambiandosi
la peste l’un l’altro. L’estinzione di massa è l’unica via.
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