Se mi dici che vuoi
passare da brutta a bella, io ti dico che non ci credo a
priori. Ecco perché. Partendo dall’inizio, sono quasi sicura che
non ne vali la pena. Voglio dire, alla fine vuoi solo la vita degli
altri che invidi. Questo vuol dire che non sei altro che un altro
ammasso di complicazioni in attesa di contagiare milioni di parassiti
già condannati alla propria estinzione. E per cosa? Non hai un sogno
da realizzare. Non c’è niente che ti smuove. Di donne orribili il mondo muore.
Ti saresti già incamminata. No, non
facendo la dieta sbagliata che stai facendo. No, non mentendo a te
stessa che hai già aggiustato l’aggiustabile. Sei brutta e la
gente ti schifa: quanto a lungo hai bisogno di essere lasciata nel
lazzaretto prima di iniziare a capire che tutto germoglia dalla
bruttezza che manifesti?
Da brutta a bella : il percorso
Sei nata con i geni sbagliati. Prima
afferri che l’estetica è già stata decretata, prima comincerai a
smettere di fare ogni cavolata che pensi essere intelligente. Tutto
inizia da te, in parte, perché anche l’errore non viene da
altrove, ma ha sede in te che sei brutta e ne detieni il valore.
Detto questo, smetti di vantarti di essere superiore nel conversare
con le persone: sei davvero molto più in basso di uno scarpone
affondato sul fondo dell’ultima nave che trasportava petrolio dopo
l’implosione in mare aperto.
Hai sempre evitato di guardarti dentro.
Non hai talento nell’ascoltare: non sei riuscita ancora a capire
tutte le cose che non sarai mai. Comincia da questo, che non è un
dettaglio, e prima o poi arriverai a capire che la tua inadeguatezza
con i ragazzi è prima di tutto una questione di fatti. Non riesci
ancora a capire? È normale, perché sei brutta e sola. Una stella cadente brucia e si scompone:
da brutta a bella in perfezione assoluta.
Non aggiustare tutti i difetti, ma crea
una scala di gesti perfetti, che puoi adattare all’occasione, e non
fare l’idiota che si accontenta del peggiore aborto sopravvissuto
per errore che ti dà corda quel giorno fortunato in cui ti illuderai
di essere arrivata, quando in realtà non avrai nemmeno ingranato la
prima. Ricorda, la retromarcia è il tuo punto debole, è la
pressione che ti schiaccia verso il basso, in questo mondo dove tu
sei il fango, e guardi dal basso i belli ed il loro mondo di incanto,
che non apprezzano perché sono ovviamente un ammasso di bestemmie
incollate dal dolore.
Non avrai mai un traguardo per esultare
vittoria, sarai sempre un cesso, ma a volte basta non essere la
peggiore, ed altre volte trovare l’oro. Tu VUOI passare da brutta a bella? Ne sei sicura?
Tu non hai mai cercato
niente, ti sei solo esposta e poi lamentata. Ti fa sentire bene
sentirti un fallimento? Sapere che ogni tuo “tentativo” fallirà
come è fallito ogni giorno che hai evitato di guardare il resoconto?
Alla fine prevarrà la verità, sia sotto forma di decrepita
vecchiaia imposta da anni di lacrime, sia sotto forma di cadaverico
dondolio sul bilico dei tuoi pensieri destinati ad oscillare
all’ombra del tuo mondo infranto, accarezzando quello che hai speso
nel corso del tuo dolore trascorso a guardare gli altri e sperare di
vederli cadere. Donne orribili senza pregio perennemente in guerra.
Nessuna vittoria, sei nata con uno sfregio. La tua
storia è quello un incendio, ed il tuo unico privilegio è quello
della distruzione. Quello che tocchi decadrà a prescindere. La
bellezza è priva di ogni traccia di fallimento.
Fino a compimento, sarai una traccia
graffiata su note stridenti. Ti scorticherai i denti con l’amaro
fondente dell’inverno nel cuore. Per questo non farai mai questo
sacrificio. Non hai la volontà di dire addio all’aborto completo
che sei diventata. Ricorda questo quando fallirai, perché se inizi e
bruci i ponti dietro di te per nulla, non avrai più tempo di pensare
di essere pronta. Ad aggiustare l’esterno si fa veloce, perdere il
peso è volizione. Tu sei più simile al carbone che vuol diventare
brillante: brucerai in un istante in qualsiasi posizione del
trattamento, reso più difficile dalla pressione. Cambiare un destino
non è per bambini cretini incapaci di lasciare la propria casa.
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