
Tutto quello che hanno queste bambine mal cresciute sono le facce da stampino di plastica. E non importa l’occasione: fa caldo e le vedi implodere sotto la loro coltre di malvagità mista a persuasione. Il calore che hanno in corpo loro è di altro tipo, non indotto dalla temperatura. È il calore che condanna il mondo alla propagazione di geni stupidi ed inutili. Sono il maleodore che si spande tra effluvi di profumo da quattro soldi. Povere in tutti i sensi. Mosche. Ami dal fetido umore.
Ondata di caldo
A me non interessa se la moda impone il colore blu o giallo. Queste sciocchezze sono per chi soffre la sete d’attenzione. Sono per le scempie che non trovano gioia nel collegare nuove parole a sinapsi funzionanti. Sono per le fumatrici adolescenti che si credono grandi.
Ma a me non interessa, perché in un modo che stressa la mente al solo stare ferma. Ho intenzione di uscire ed andare per parchi, per contemplare la feccia con cui agognano di accoppiarsi. Sono spossata non dalla loro mancanza di buonsenso, ma dalla loro esistenza. Immagino un mondo perfetto in cui le posso centrare con fionde caricate a proiettili di argento. Temerei infatti che tornassero anche dopo aver imposto loro in tal modo l’ultimo sacramento.
Il vero tormento è quando te le trovi incollate dietro, mentre te stai allegra a passeggiare accanto ai vetri delle vetrine. E senti le loro stupide vocine vuote: «Fa caldo! Ho sete! Questo gelato è troppo freddo!» Ma trovati una buca da riempire! Maledette zanzare succhia-vite delle povere vittime della vostra presenza inutile. Per il resto, basta, fa caldo abbastanza per aspettare la prossima ondata di caldo caldeggiando la mia personale crociata verso una politica più interessata ad estirpare le erbacce con le gambe. Serve un diserbante forte con queste qua.
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