Ieri come oggi siamo inondati da mostri
su gambe, incubi che creeranno fotogrammi nel tuo labirinto cerebrale
anche dopo fulminei attimi di incauto incontro. Come una creatura
forestale che le leggende narravano ovattandone i contorni sfumati da
anni di vittime ancestrali: donne brutte senza rivali. Bestemmie fiorite.

Sole come cani. Non potrebbero essere
altrimenti. Tra faune di bestie selvatiche votate alla superficialità
che lacera la carne e gli animi degli stolti che vanno professando
con larga ipocrisia che la bellezza non è la sola cosa che conti.
Salvo poi drogarsi con occhi smunti da bovini

tra le pagine dei fighi
da comodino, poster e l’immancabile Facebook. Perché sempre più
spesso le malate che imperversano accidenti sono le
donne, e qualche
uomo che non ha capito come sta procedendo la Società e che non avrà
mai la possibilità di comprendere che lui è più problema del
sistema in quanto lamentandosi non fa assolutamente niente,
diventando scimmia che scimmiotta uno più deficiente di cui non ha
neanche mai visto l’ombra e che vive profusamente bene grazie ai
soldi generati dall’apostolica stoltezza del grande pubblico creato
ed imboccato.
Donne brutte

Donne che all’estetica da pagine
gialle accostano menti da necrologio. Donne brutte che incendiano le
case da riposo, in quanto vecchie o nuove non cambia niente. Cambia
solo il grado di inesistenza.
Donne brutte come un acquazzone, che si
presenta suscitando risa e poi finisce crescendo e portandosi poi via
a guisa la vita di mezzo milione di persone. Tante sono le anime
infettate nella ragione dalla loro esistenza, perché le donne brutte
escono fuori all’occorrenza e non.
Si fanno vedere. Donne brutte davvero.
Salgono sopra ogni frustrazione. Non capiscono, non reagiscono e poi
ammattiscono. Fanno tutto da sole. Io sono brutta per definizione, e
questo non mi suscita alcuna compassione. Non sono vittima come loro
di una vita senza ragione. Loro che idolatrano la bellezza e spargono
a giro i loro quintali, prossime case di vermi festanti.

Con gambe che non si contengono, non
abbondanti, ma orripilanti simulacri di fantocci animati da un senso
di mancata dignità, la stessa che articola la mandibola di chi non
ce la fa ad esprimersi, cioè dei maschi o presunti tali con cui si
accoppieranno senza pietà, credendo che il Signore non le ha
abbandonate. Bestie lasciate pensare che
donne brutte come loro
possano andare in questo mondo. Broccati di grasso che non riescono
ad afferrare la propria natura di antitesi del divino gusto.
Nessun dio od entità superiore vi
lascerebbe calcare sotto il cielo. Più facile credere che l’immondo
appartenga alla soluzione finale, al lavaggio totale del globo, come
narrato nei testi su cui nessuno dei vostri occhi è mai scorso. A
tratti intermittenti come la vostra intelligenza interrotta a
singhiozzo, siete donne brutte rese ancora più sozze dall’ignoranza
che andate manifestando.

Credete di non poter essere giudicate.
Credete che vi protegga lo Stato. Credete che siate persone rese
invalide ma che godete di un privilegio regalato dal sangue di
persone mai conosciute, che mai si sarebbero sacrificate per voi,
mentre sognavano campi di sterminate bellezze adagiate su prati con
fiori. E non certo le abiurazioni aberranti che voi siete diventate.
Prima donne brutte poi celate da chili di trucco che non sapete
dosare. Stomachevoli nemiche che non sanno andare d’accordo. Geni
maledetti che si
accoppiano senza alcun ritegno. Fango infernale
indegno.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento. O probabilmente non hai niente da dire comunque.