sono brutta: Sono brutta e sono triste

giovedì 28 luglio 2016

Sono brutta e sono triste

sono triste
Non sono come le altre. Sono triste non perché sono viziata. Mi sento triste perché un’altra giornata è terminata con un nulla di fatto. Perché se mi concentro riesco a ricordarmi chi mi ha salutato, ma non riesco a rintracciare il ricordo esatto. Quando ho conosciuto quella gente? L’ho veramente mai conosciuta? Perché si accontentano di salutarmi. Io non l’ho neanche mai fatto.

Da quando ho accettato la mia natura, ed ho capito che sono brutta, vivo molto meglio. Nessun demone interiore, nessuna spiegazione da dare, nessun dialogo che deve terminare con stupide scuse senza senso, come invece fa ogni persona che ancora vedo camminare sotto la luce del sole. Bugiardi sotto spoglie di mentitori seriali. Guastatori di micidiali sfarzi, ostentanti vite che non hanno. Rimpiangendo tutto perché nulla hanno.

mi sento triste

Mi sento triste


Mi fa schifo il mondo perché non riesco a cambiarlo. Le persone sono bestie che hanno ben meritato l’inondazione e lo sterminio, almeno stando alle scritture, in cui non credo ovviamente, perché sono una persona razionale. Credo invece che qualunque cosa narrino quelle storie, riportino l’essenza di alcuni episodi che o devono essere giustificati, oppure cambiati per insultare ancora di più l’animo umano: l’animo di un parassita abituato a mortificare ogni ospite sano, sia esso il pianeta, l’ambiente o qualche stato e nazione in cui il cinquanta per cento più uno della popolazione è nato sfigato.

Tutti vogliono dire agli altri come cambiare ed io lo capisco perché sono triste per questo. Mi sento triste perché realizzo che sono la sola scema che cambia per mostrare il cambiamento desiderato. Diverse bugie su gambe e con infrangibili sorrisi se ne vanno invece a giro, glorificate perché rispecchiano meglio il vuoto vano dell’intelligenza non pervenuta di chi si accomuna nel reiterato tentativo di biasimare un esistenza vissuta sprecando ogni attimo. Vite senza senso che devastano.

che tristezzaChe tristezza


Io sono brutta: non rientro nei canoni estetici. Questo vuol dire che sono sola e resterò sola qualsiasi cosa faccio. Le persone continuano ad avvicinarmi perché sono abituate a sfruttarsi l’un l’altro. Stupidi che si credono furbi (o italiani a pieno titolo) e non realizzano nemmeno quando finiscono vittime del mio drenaggio. Non perché sono più furba di loro, ma perché io sono triste in un modo bugiardo con loro. Azzardo assurdi scenari in cui resto più in alto, e mi sento triste perché non trovo nient’altro che insetti felici di tagliare prima il traguardo.

Sei anche tu una malata di mente? Sei anche tu una persona che mente? Auguri agli altri ogni sorta di accidente? Sei costantemente assente? Non hai pensieri che vale la pena leggere? Hai tutto da dire ma non dici mai niente? Sei come le altre e sei come gli altri. Vali meno di niente perché hai troppi pari. Non ti accorgi di avere come sfidanti rifiuti di cui la società vuole disfarsi, perché nel futuro tu non ci sei. Siete distanti ammassi di effetti collaterali. Continenti sfregiati da maciullare in quarti.

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