Non sono come le altre. Sono triste non
perché sono viziata. Mi sento triste perché un’altra giornata è
terminata con un nulla di fatto. Perché se mi concentro riesco a
ricordarmi chi mi ha salutato, ma non riesco a rintracciare il
ricordo esatto. Quando ho conosciuto quella gente? L’ho veramente
mai conosciuta? Perché si accontentano di salutarmi. Io non l’ho
neanche mai fatto.
Da quando ho accettato la mia natura,
ed ho capito che sono brutta, vivo molto meglio. Nessun demone
interiore, nessuna spiegazione da dare, nessun dialogo che deve
terminare con stupide scuse senza senso, come invece fa ogni persona
che ancora vedo camminare sotto la luce del sole. Bugiardi sotto
spoglie di mentitori seriali. Guastatori di micidiali sfarzi,
ostentanti vite che non hanno. Rimpiangendo tutto perché nulla
hanno.
Mi sento triste
Mi fa schifo il mondo perché non
riesco a cambiarlo. Le persone sono bestie che hanno ben meritato
l’inondazione e lo sterminio, almeno stando alle scritture, in cui
non credo ovviamente, perché sono una persona razionale. Credo
invece che qualunque cosa narrino quelle storie, riportino l’essenza
di alcuni episodi che o devono essere giustificati, oppure cambiati
per insultare ancora di più l’animo umano: l’animo di un
parassita abituato a mortificare ogni ospite sano, sia esso il
pianeta, l’ambiente o qualche stato e nazione in cui il cinquanta
per cento più uno della popolazione è nato sfigato.
Tutti vogliono dire agli altri come
cambiare ed io lo capisco perché sono triste per questo. Mi sento
triste perché realizzo che sono la sola scema che cambia per
mostrare il cambiamento desiderato. Diverse bugie su gambe e con
infrangibili sorrisi se ne vanno invece a giro, glorificate perché
rispecchiano meglio il vuoto vano dell’intelligenza non pervenuta
di chi si accomuna nel reiterato tentativo di biasimare un esistenza
vissuta sprecando ogni attimo. Vite senza senso che devastano.
Che tristezza
Io sono brutta: non rientro nei canoni
estetici. Questo vuol dire che sono sola e resterò sola qualsiasi
cosa faccio. Le persone continuano ad avvicinarmi perché sono
abituate a sfruttarsi l’un l’altro. Stupidi che si credono furbi
(o italiani a pieno titolo) e non realizzano nemmeno quando finiscono
vittime del mio drenaggio. Non perché sono più furba di loro, ma
perché io sono triste in un modo bugiardo con loro. Azzardo assurdi
scenari in cui resto più in alto, e mi sento triste perché non
trovo nient’altro che insetti felici di tagliare prima il
traguardo.
Sei anche tu una malata di mente? Sei
anche tu una persona che mente? Auguri agli altri ogni sorta di
accidente? Sei costantemente assente? Non hai pensieri che vale la
pena leggere? Hai tutto da dire ma non dici mai niente? Sei come le
altre e sei come gli altri. Vali meno di niente perché hai troppi
pari. Non ti accorgi di avere come sfidanti rifiuti di cui la società
vuole disfarsi, perché nel futuro tu non ci sei. Siete distanti
ammassi di effetti collaterali. Continenti sfregiati da maciullare in
quarti.
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