Io sono brutta ma ci sono
uomini che fanno davvero vomitare. Cresciamo tutti idolatrando la
superficialità con cui ci hanno cresciuto. La stessa con cui ci
rincoglioniscono quando ci dicono che i problemi di oggi vanno
risolti, invece di dichiarare la verità, e cioè che dobbiamo
sterminare i bastardi che i problemi li hanno creati. I tuoi
genitori, i tuoi nonni, non sono santi. Sono più probabilmente la
fonte di tutti i problemi.
Se davvero l'estetica e la
bellezza fossero l'ossessione di tutti, avremmo visto nascere nazione
dopo nazione tante copie degne delle razzie vichinghe ai tempi d'oro.
La sola esistenza di uomini brutti ed orribili alla vista è
la verità dei fatti: i tuoi avi si sono accontentati dei buchi e
delle travi a portata di mano.
Corona l'esemplare più
brutto di tutti il ragazzo brutto che smette, e cresce storto. Cosa
smette? Smette di crescere, perché la maggior parte delle persone è
ormai così impossibilitata a fare la più semplice operazione
mentale che se non viene imboccata con una manciata di significati
pronti per essere ingollati, non riescono a farsene una ragione. E
così è per il ragazzo brutto, la cui ossessione è la propria
esistenza, frutto di un grossolano errore, una pazzia estrema. Ci hai
condannato con la tua presenza. Vattene, arretra e sparisci oltre
l'orizzonte!
Uomo più brutto del mondo
Ne ho conosciuti tanti. Ma
questo ne batte parecchi. Per il momento, il posto è suo. Mi cerca e
mi invita anche alla sua sessione di registrazione per il suo gruppo
di quattro gatti spelati, forse un qualche tentativo, pensavo, di
fare una buona impressione.
Arrivo allo studio ed
inizia il clamore, inzia a sfilare tutto arrabbiato. Non mi parla e poi
dopo due ore di prove mi viene davanti e cerca di fare conversazione
spicciola, di alcun significato. Io ero restata appiccicata al
telefono perché sapevo di aver sprecato un'altra occasione per
restare a casa, ma visto che un passaggio lo avrei ottenuto solo al
ritorno di Michelone che era andato a comprare vestiti verso la
stazione, mi toccava stare lì e patire.
Lui è il classico tipo
che vedi, finto slanciato, futuro obeso slavato. Quando parla, la
bocca resta aperta, lo sguardo oscilla spento, sbava senza rendersene
conto, caccola al naso o colamento. Uno schifo che per qualche
mistero ogni volta che ti si presenza davanti è sempre peggio di
come l'hai lasciato. Però è conosciuto od almeno la gente lo
saluta, e questo ti dà quel poco senso di contegno per rispettare
che lo spazio da lui occupato è per ora non destinato a diventare
fertilizzante nel prato. Ma lo sarà: presto, lo sai, sboccerà
nell'uomo sfigato a cui è destinato il regno dei cieli per ora
bloccato qui tra l'incudine e l'inferno, martellato come i piedi che
sbatte sia in piedi che da sdraiato, come il bambino deficiente che è
sempre stato.
Morale della favola si
scopre che voleva vedere se veniva una mia amica, che poi amica non
era visto che era solo una di quelle lambiccate che cercavano di
ronzarmi attorno perché perennemente distratte a lezione di canto.
Come se io potessi fare qualcosa, io che andavo a quelle lezioni per
dare corda al fiato, visto che di conversazioni sensate non ne ho mai
trovate e le persone inutili ho preso ad evitare. E con il tempo
guadagnato, cavolo quanto bene mi sono fatto e risparmiato!
Tornando all'inutile
idiota, è ancora là che respira, mentre oscilla di piede in piede
come l'ameba più ostinata e restia. Gli chiedo che musica stavano
facendo, lui tentenna in cerca dell'alfabeto, così gli dico se
poteva andare a prendermi il vestito che avevo lasciato nella stanza,
così si toglie dai piedi e io posso andarmene con baldanza, visto
che nello studio non c'ero neanche mai entrata. Gente malata. Malata
ovunque. Uomini brutti in abbondanza!
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