Brutta faccia, seno
medio ma belle gambe. Non si ostenta se non c’è un segreto.
Il peso di una donna rivela molto. Personalità come aceto, alito che
mette a tappeto, ma belle gambe.
Di lato non ci sono frange, il sorriso
si spande da orecchio a orecchio. E lato a lato lo sguardo inquieto
del selvaggio maschio smascherato da un contrappasso celato da
divieto, fa scorrere sempre l’ho laggiù, verso le belle gambe.
Gambe senza riposo
Belle gambe senza ristoro. L’altro
giorno, ho visto un tale che smaniava come un animale mentre muoveva
le mani con la sua compare spinti da aliti di un desiderio bestiale
dentro ad un parco, sopra un guanciale suino, sotto un giornale
lasciato afflosciare per terra, visto che di tener segreto lo
smanettare non c’era verso perché con quegli istinti era una
guerra persa.
Belle gambe!
Riconoscere le parcheggiate qualità altrui è un dovere di donna,
anche se la venalità è da asporto. Farsi una gonna? Pareva troppo.
Chiedere un secondo pensiero? Come andare a ritroso nel tempo. Belle
gambe senza riposo che si agitano ancora oggi, con
quell’avvinghiarsi da strato adiposo che si fa corteccia.
Al calare della luce se ne sono andati,
perché oramai senza il rischio di venire avvistati da branchi di
bambini con le cicatrici dentro al cervello. Schiavi di traumi che
tracolleranno cadendo sulle proprie gambe senza riposo.
Io sono brutta in un modo che non
lascia spazio per le sottigliezze. Se tu hai dubbi, le mie sono
certezze dettate dal fatto che riconosco lo sguardo di seconda mano:
l’uomo che guarda mentre muta pelle come un caimano, e tu diventi
un bersaglio. Quindi piano, strascicano con il loro vomito in mano
pronto a lasciarti un attacco senza strategia: sei carina, sei anche
simpatica? Belle gambe. Entrambe! Folli privi di energia. Cadaveri di
ipocrisia.
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