Sono circondata da
stronzi. Odio tutti senza distinzioni: odio tutti i vicini che
non mi cagano di striscio perché salutarmi è un gesto troppo
prolisso; odio tutti i bambini che se ne vanno a giro col ghigno sul
muso quando non capiscono che questi sono i loro anni felici; odio
tutti gli adulti che non riescono a capire il vocabolario che uso
anche se sono nati né in una nazione di guerra, né vivono in un
tugurio dove non passano i soldi per sfamare ed educare allo stesso
tempo i figli. Odio tutti gli umani che fanno figli.
Non ci sono persone che salverei.
Qualsiasi persona amica lo è solo sulla carta. Persino la persona
che amo non è altro che il male minore peggiore trovato. Una sorta
di valvola che soddisfa il desiderio inferiore di uno sfogo d’amore,
ovvero della bestiale voglia di storpiare i muscoli facciali in un
parossismo di dolore misto al dolce sapore del capire che la propria
inutilità ha trovato scolo nell’evitare di riprodurre una versione
peggiore di me. Accudire un’esistenza sarebbe accettare di voler
far soffrire cavie destinate ad essere infettate e mutate dalla
peggiore malformazione genetica concreata dall’idiozia di un’intera
razza abituata a devastare questo puntino rotondo della galassia.
Odio tutti quelli contro la pena di morte
Troppe persone inutili sono considerate
aver valore. I diritti li hai per nascita, vero, ma il loro valore
decade se non vi è un mezzo per decretare la perdita finale di tale
dote naturale. Perché non si può levare ciò che non abbiamo mai
acquistato: ABBIAMO diritti solo perché qualche deficiente ha
ingannato parte della società nel mascherare la propria fornicazione
extra-matrimoniale al fine di evitare il ludibrio pubblico. O per i
meno dotati di cervello, ecco la versione breve di quello che ho
detto: tu volere bucare donne, altri uguale. In passato, animale
sopra capra no normale. Oggi, tu esisti.
Odio tutti gli impediti che non hanno
la forza di avviare il cervello, non la mattina, non il pomeriggio,
non la sera, non la notte. Lo tengono spento. Dannati inutili sfregi
dell’intelletto.
Unico modo per salvare l'umanità |
Le donne di oggi
sono il fallimento più grande. Dovrebbero essere emancipate ed
invece falliscono senza neanche provarci, lasciandomi sola nel mio
odio. Tutti quelli che poi non capiscono
tra essere femministe (o femministi) ed essere normali, sono se si
vuole peggiori. Crepe di un disegno superiore incrinato ed afflitto
dal peggiore dell’ictus fulminato da un senso di inferiore
infinito. Le donne di oggi sono un rutto che si crede essere una
costellazione. Senza un senso, senza una via, senza un disegno di
cosa vorrebbero che sia. Ognuna di noi donne viene maledetta dal
gruppo, il che ci fa capire come anche il maschio alla fine sia un
fallimento di cui prima era valido solo un senso dato dal gruppo. Ora
fanno schifo entrambi nella propria sguazzante inferiorità. E le
donne questo passo l’hanno clamorosamente fallito. Arriverà la
retromarcia: è garantito.
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